mercoledì 10 giugno 2009

Al di là del cielo!

Me ne stavo seduta, di fianco alla finestra. Mi piaceva esplorare il cielo. Lo consideravo mio amico. Con lui facevo il gioco che più mi divertiva. Mi soffermavo a scrutarlo, con me solo la fantasia. Immaginavo storie, le nuvole erano i miei personaggi. Mi piaceva vedere in esse le cose più svariate: cavalli, draghi, bambini.
Ora, tutto è diverso. Pare più complicato. Adesso, se mi soffermo ad osservarlo, non ho più l'amica fantasia al mio fianco e anche lui sembra avermi voltato le spalle. Non mi regala più quelle fantastiche avventure, che un giorno era solito mostrarmi.
Quando me ne sono accorta, mi sono sentita tradita, come da bambina, quando l'amica del cuore non voleva più giocare con me. Ne ho parlato anche con Rebecca, lei dice che è normale.
"Sei cresciuta!" mi ha detto. Avrei voluto zittirla, avrei voluto chiederle cosa stava dicendo.
Perchè la pensa così? Una volta cresciuti non si possiede più fantasia? No, non la penso così. Rebecca si sbagliava.

Nel pomeriggio avrei preso con me solo l'i-Pod. Niente cellulare, nessuna persona a farmi compagnia. Volevo lasciarmi il mondo alle spalle per un po'. Volevo evadere da quella prigione disincantata. Sarei andata nel mio posto. Un giardino pieno di fiori, isolato da tutto e tutti.
E, ne sono sicura, lì avrei trovato il mio piccolo mondo.
Il mio amico cielo non mi aveva abbandonata!

lunedì 16 febbraio 2009

e ricomincio da qui!


Inaspettati e silenziosi si impadronivano di me..
Ripensavo a momenti, a quelle piccole cose insensate che
ci hanno fatto sorridere..che mi hanno fatto
emozionare, e forse è successo anche a te..
Passati, svaniti, rimpiazzati?
Avrei voluto fosse finita in un modo migliore..
invece è successo, forse, nel modo peggiore..(senza modo!)
Questa la tua volontà, questa la tua indifferenza, questa la tua
presa in giro.
Ma come in ogni cosa io ne esco più forte.
Non rimpiango nulla. C'ho creduto, fino alla fine.
Sbagliando. Ma volontà mia.

E volto pagina.
E mi accorgo di quante ancora ne rimangono, bianche.
Impugno di nuovo la penna e riparto. Così.

Era buio. Poi ho aperto gli occhi, e ho visto il sole.
__Francy__


domenica 8 febbraio 2009

Leggendo..

<<Forse il problema non era capire o far capire, ma era amare. Erano cambiate molte cose, ma nn avevo ancora imparato ad amare. Quando guardo un tramonto e mi emoziono, non mi domando a che velocità gira la Terra o a che distanza è il Sole, o quanto sono grandi..Amo quel momento. Punto.
Non c'è da capire, c'è da Amare. Ma io non ne ero capace. Poi con il tempo ho imparato una cosa importante. Cambiare posto al cuore col cervello. Ho imparato a pensare con il cuore e ad amare con la testa.
Pensare con il cuore mi costringeva ad agire con amore. Ogni gesto, ogni azione che nasceva era un gesto d'amore. E ogni cosa da amare facendolo con la testa mi costringeva ad amare nel modo giusto. Prima, invece, tutto quello che amavo lo consumavo, lo bruciavo, lo usavo, lo invadevo. Amavo, ma non lasciavo spazio agli altri. Al loro modo di essere o al loro modo di amare.
Li invadevo d'amore senza prendere in considerazione il loro spazio. E così, essendo convinto di amare tanto, mi sembrava che loro non mi amassero abbastanza.volevo essere amato con la stessa esagerazione. Ma ero io che sbagliavo, anche perchè non significa nulla amare tanto o amare poco. Si può solo amare o non amare. La frase "l'ho amato tanto" è priva di senso come "è morto tanto", attribuita a una persona che non c'è più.
Amare con la testa non significa essere razionali, ma vuol dire coltivare un'educazione al sentimento che non sarà mai distruttivo. Perchè l'amore quando è distruttivo, non è amore. >>
" E' una vita che ti aspetto"
(Fabio Volo)

Non avrei potuto leggere un libro migliore..in un momento migliore..su quante cose mi ha fatto riflettere..quante me ne ha fatte capire.
Dovrei imparare a PensAre con il CuoRe e ad AmaRe con la TeSta.
Esattamente. Dovrei imparare ad educare i miei sentimenti, in modo da vivere finalmente qualcosa di meraviglioso, tranquillo, e sano, anzichè distruttivo.
Mi auguro di farcela. E consiglio a tutti di leggere questo libro.

martedì 3 febbraio 2009

"E' una vita che ti aspetto"

Spesso dicevo che la vita era uno schifo.
Anche quella frase mi stava fregando, perché avrei dovuto dire:
‘La mia vita è uno schifo’.
Allora, magari avrei iniziato a chiedermi se potevo fare qualcosa per cambiarla.
Se era tutta colpa del destino, del caso, della sfortuna, o se invece anch’io ne ero colpevole. Perché dire che la vita fa schifo è come dire
che non c’è niente che si possa fare.
Che bisogna accettarlo come un dato di fatto imprescindibile.
Fortuna che poi ho cambiato idea.
Fortuna che ho capito che la mia vita ha un valore e quel valore
glielo do io con le mie scelte e con il coraggio delle mie decisioni.
Ho imparato a pormi una domanda ogni sera prima di addormentarmi:
cosa hai fatto oggi per realizzare il tuo sogno, la tua libertà?
Alla seconda sera in cui mi sono risposto: ‘Niente’,
ho capito quanto in fondo una parte del problema fossi io.
Quindi, o smettevo di lamentarmi o iniziavo a darmi da fare.